PORTALI DI ROMA
BIGLITTO DA VISITA DI PALAZZI E CHIESE,
I PORTALI SONO INDICATIVI DEI DIVERSI
PERIODI STORICI E DEGLI STILI ARTISTICI
CHE SI SONO SUCCEDUTI NEI SECOLI.
INTRODUZIONE
Il portale è un termine architettonico che indica una porta monumentale di un edificio che generalmente dà verso l'esterno. L'uso dei portali risale all'epoca dell'antica Roma, ma fiorirono nel medioevo e nel periodo barocco ebbero un grande sviluppo.
Il portale ha una sua simbologia religiosa, richiama il Cristo, porta della Salvezza. Esistono portali con il protiro, quando ha due colonnine anteriori che individuano un'area antistante l'ingresso (questi sono tipici del periodo romanico) e portali strombati quando hanno varie aperture una sempre più incassata dell'altra fino ad arrivare alla porta (questi sono tipici delle cattedrali gotiche).
Il presente itinerario per Roma vuole toccare almento un portale per ogni stile architettonico dei secoli passati.
CHIESA DI SAN GIOVANNI IN LATERANO
piazza di Porta San Giovanni, rione Monti.
E' la cattedrale di Roma e quindi del mondo. Fu fondata da papa Melchiade (311-314) nelle proprietà dei Plauzi Laterani, donate a questo scopo dall’imperatore Costantino al pontefice insieme con la grande caserma degli "Equites Singulares", sui resti della quale sorse la basilica. La facciata è il capolavoro di Alessandro Galilei, è a un solo gigantesco ordine di semicolonne e di lesene corinzie, su lati stilobati, con un corpo mediano più sporgente; comprende un portico architravato e un loggiato ad arcate, che si sviluppano per tutta la larghezza della fronte; sulla balaustrata di cornomanto che sormonta l’attico, 15 statue alte sette metri circa di Cristo, dei santi Giovanni Battista ed Evangelista e di Dottori della Chiesa. Dal balcone centrale si affaccia il pontefice a benedire il popolo, solitamente nel giorno dell’Ascensione.
INTERNO
Per una delle cinque aperture si entra nel PORTICO, del Galilei, con volta a botte ribassata ornata da lacunari, questo comunica con l’interno attraverso altrettante porte.
La PORTA MEDIANA ha grandiosi e preziosi battenti in bronzo provenienti dalla Curia ma ingranditi nel 1660 con l’aggiunta delle fasce di contorno con le stelle chigiane. L’ultima a destra è la PORTA SANTA che si apre solo negli anni giubilari. A sinistra grande statua di Costantino, proveniente dalle sue terme al Quirinale.
L’interno a croce latina, lungo 130 metri, ha cinque navate, si presenta secondo il rinnovamento voluto dal Borromini, sue le sistemazioni degli antichi monumenti funebri e alcune cappelle (la prima e l’ultima della navata destra, la seconda e la quinta di quella di sinistra).
Il sontuoso soffitto della NAVATA MEDIANA, disegnato forse da Pirro Ligorio, fu iniziato nel 1562 sotto il pontificato di Pio IV Medici e ultimato sotto Pio V (1567) al quale devesi anche la doratura, gli ornati sono di Daniele da Volterra. Pio VI (1775-1800) lo restaurò e vi pose il proprio stemma.
Il pavimento è di tipo cosmatesco, col motivo della colonna gentilizia di Martino V (1417-31).
Contro i pilastri spiccano dodici grandi edicole, con colonne di verde antico e timpano fregiato dalla colomba pamphilia, disegnate dal Borromini e dentro le quali avanti il 1718, furono collocate colossali statue di Apostoli. Al di sopra scene del Vecchio e del Nuovo Testamento, altorilievi in stucco di Alessandro Algardi.
CHIESA DI SANTA SABINA
piazza Pietro d'Illiria, rione Ripa (Aventino).
Rappresenta il tipo più perfetto di basilica cristiana del V secolo. La chiesa fu fondata da Pietro d’Illiria tra il 422 e il 443 su la casa di Sabina, nobile convertitasi al cristianesimo per gli insegnamenti di un suo schiavo e martirizzata sotto Adriano. Nel 1222 Onorio III la dette a San Domenico per il suo ordine che eresse il campanile e il chiostro (ancora appartiene ai domenicani). Restauri condotti nel 1914-19 e nel 1936/38 da Munoz le ridiedero il volto antico.
Si passa nell’atrio dove si trovano i battenti della porta principale della chiesa in cipresso del V secolo, su di essa rimangono 18 scene del Vecchio e del Nuovo Testamento.
L’interno è suddiviso in tre navate divise da 24 colonne corinzie. In controfacciata fascia a mosaico del V secolo con due donne che rappresentano la chiesa di Gerusaleme con l’Antico Testamento e la Chiesa Romana con il nuovo, sopra la porta un frammento di iscrizione (attribuito a Paolino da Nola) commemora Pietro d’Illiria e papa Celestino I in essa si afferma la supremazia del vescovo di Roma. Lungo la navata centrale raro fregio di marmi policromi del V secolo, anche nell’abside. Il soffitto ligneo è dell’ultimo restauro. Al centro della navata centrale pietra tombale di uno dei primi generali domenicani Munoz de Zamora (1380). La schola cantorum con gli amboni è stata ricostruita con vari pezzi antichi ritrovati nel pavimento e nei muri.
Nella navata destra colonna interrata per 2/3, indica il livello della più antica costruzione. La cappella di San Giacinto reca la pala d’altare: "Vergine e San Giacinto" (1600) di Lavinia Fontana.
CONVENTO fondato nel 1220 da San Domenico, in esso tenne la cattedra San Tomaso d’Aquino, chiostro romanico del XIII secolo.
Da una finestra si vede la pianta d’arancio che la tradizione vuole piantata da San Domenico stesso.
CHIESA DI SAN CRISOGONO
piazza Sidney Sonnino, rione Trastevere.
E' una delle chiese più antiche di Roma, faceva parte dell'elenco dei titulus del 499. La prima chiesa venne costruita nel IV secolo sotto papa Silvestro I, venne ricostruita nel XII secolo, poi ancora nel 1626 su disegno di Giovanni Battista Soria per incarico del card. Scipione Borghese Caffarelli (il nome è sulla fronte, gli stemmi araldici sono ovunque: aquila e drago). Il campanile risale al XII secolo, in occasione del restauro seicentesco il campanile venne intonacato e sovrastato dalla cuspide che vediamo adesso. In seguito a ciò rischiò di crollare per cui vennero accecate alcune trifore. Questo è il campanile che si vede sovrapposto alla cupola di San Pietro dal famoso buco della serratura della villa dei Cavalieri di Malta (Aventino). Sotto l'attuale chiesa sono visibili i resti della prima (ritrovati nel 1907, vi si accede dalla sacrestia).
La facciata, sempre del Soria, culmina a timpano, preceduta da un ampio portico dorico con quattro colonne di granito. Sull'attico è una sfilata di vasi, aquile e draghi dei Borghese.
Notiamo il portale laterale che affaccia su piazza De Matha, è un tipico portale barocco, la particolarità sta nel fatto che è sovrapposto ad uno più antico, qui vediamo una delle caratteristiche di Roma, il sovrapposti e il coesistere di stili diversi. Passiamo ad osservare i tre portali che si trovano all'ingresso principale sotto il portico, ad esso se ne aggiunge un quarto, sulla sinistra, che dà accesso direttamente al convento. Sono tipici e bellissimi portali barocchi.
L'interno risale al Seicento anche se vi sono molti elementi anteriori. Le 22 colonne sono di spoglio hanno il capitello ionico. Notare il bellissimo pavimento e l'altare cosmatesco (1127). Da non perdere la cappella del Ss. Sacramento, a destra dell'abside, opera di Gian Lorenzo Bernini, bianca e tratteggiata in oro. Il soffitto ligneo a cassettoni è del periodo barocco, in esso una copia del celebre dipinto del Guercino "Gloria di San Crisogno", l'originale fu trafugato e venduto in Inghilterra nel 1808 dove si trova ancora oggi alla Stafford House. Due colonne in porfido, considerate le più grandi di Roma, sorreggono l'arco trionfale. Il ciborio dell'altare maggiore, sorretto da quattro colonne di alabastro, è opera di Giovanni Battista Soria, sotto l'altare maggiore si trovano le reliquie del santo. Il mosaico absidale - chiuso in una cornice come fosse un quadro - appartiene alla scuola di Pietro Cavallini. Nell'unica cappella laterale sinistra si trova il corpo imbalsamato della Beata Anna Maria Taigi, madre di famiglia, nata a Siena nel 1769, trasferitasi a Roma fu sposa e madre di sette figli. Perfetto modello di sposa e madre si consacrò alle opere di misericordia particolarmente tra i poveri e gli ammalati, morì nel 1837.
San Crisogono è la chiesa dei Corsi di Roma, è una parrocchia, vi sono sepolti diverse persone originarie dell'isola. Qui era conservata, fino al Settecento, la "Madonna de Noantri", oggi nella chiesa di Santa Agata.
La chiesa si affaccia su piazza Sidney Sonnino che ricorda l'uomo politico pisano che fu ministro delle Finanze e del Tesoro con Francesco Crispi, due volte presidente del consiglio nel 1906 e nel 1910, ministro degli Esteri durante la prima guerra mondiale (1914-1919). Sulla piazza affaccia anche il palazzetto con la torre degli Anguillara. Risale al XIII secolo, dal 1921 venne affidato alla Casa di Dante, istituto per la divulgazione della Divina Commedia. Da questa piazza inizia viale Trastevere, già viale del Re, con questo nome dal 1949.
PALAZZO MASSIMO ISTORIATO
piazza dei Massimi, rione Parione.
L'edificio rappresenta il capolavoro dell'architetto Baldassarre Peruzzi e fa parte di un complesso edilizio che si compone di vari palazzi tanto da formare costituire un isolato. Venne costruito nel Quattrocento sui resti dell'Odeon di Domiziano, il nome stesso sembra derivi dalle colonne che erano presenti in quel luogo, una di queste è al centro della piazza. Questo palazzo è conosciuto anche come palazzo di Pirro in quanto qui venne rinvenuta una statua di Marte erroneamente ritenuta la raffigurazione del condottiero Pirro. Nel 1532, per celebrare le nozze di Angelo Massimo con Antonietta Planca Incoronati la facciata venne decorata con pitture monocrome. Dopo il sacco di Roma del 1527 il complesso venne ristrutturato e ampliato da Baldassarre Peruzzi.
Notare i tre portali tipici esempi di arte rinascimentale.
CHIESA SANTA MARIA DEL POPOLO
piazza del Popolo, rione Campo Marzio.
Al tempo di Pasquale II (1099) venne eretta una cappellina per scacciare lo spirito di Nerone che forse qui aveva la tomba (di certo c'era il mausoleo dei Domizi Enobarbi), tale piccola chiesa venne eretta dal popolo romano - ecco perchè "del Popolo - perchè in quell'anno era stato liberato il santo Sepolcro. Nel 1227 Gregorio IX ingrandì la cappella e vi fece trasportare l'immagine di santa Maria del Popolo che ancora oggi si venera sull'altare maggiore, la tradizione l'attribuisce a San Luca.
Tra il 1472 e il 1477 fu ingrandita da Andrea Bregno per incarico di Sisto IV dando alla chiesa l'aspetto rinascimentale. Il Vasari attribuisce l'opera a Baccio Pontelli ma la critica non accetta tale ipotesi.
Successivi interventi furono compiuti dal Bramante, da Raffaello (cappella Chigi) e da Gianlorenzo Bernini. Agli inizi dell'Ottocento per lavori di sistemazione della piazza e del Pincio su progetto del Valadier venne demolito il convento agostiniano nel quale aveva soggiornato Martin Lutero.
Dal 1250 la chiesa è officiata dagli agostiniani, è parrocchia e titolo cardinalizio.
La facciata è in puro stile del primo rinascimento, risale a papa Sisto IV il cui stemma è nel timpano. Fu modificata dal Bernini. Nella lunetta al di sopra del portale centrale Madonna con Bambino della bottega di Bregno.
L'interno della chiesa è a tre navate con quattro cappelle per lato, la navata centrale termina con il transetto con quattro cappelle, cupola e presbiterio profondo.
Navata destra. Prima cappella: del Presepe; Natività con san Girolamo del Pinturicchio. Seconda cappella: Cybo; di Carlo Fontana, Immacolata Concezione con Santi di Carlo Maratta. Terza cappella: Basso Della Rovere del 1484 decorata da allievi della scuola del Pinturicchio. Quarta cappella: Costa del 1488 con trittico marmoreo della scuola del Bregno.
Navata sinistra. Prima cappella: del battistero, opere di Andrea Bregno provenienti dal primitivo altare della chiesa. Seconda cappella: Chigi, costruita su progetto di Raffaello per il banchiere Agostino Chigi, restaurata dal Bernini per Fabio poi papa Alessandro VII. Sono di Raffaello i cartoni per i mosaici della cupola, sull'altare Nascita della Vergine di Sebastiano del Piombo. Terza cappella: Mellini. Quarta cappella Cybo Soderini: crocifisso ligneo del Quattrocento.
Transetto. Due altari principali alle estremità disegnati dal Bernini. La cappella Cerasi, la prima a sinistra dell'altare maggiore, è la più importante per le opere di Caravaggio: Conversione di San Paolo e Crocifissione di San Pietro, la pala d'altare Assunzione della Vergine è di Annibale Carracci.
Presbiterio e coro. L'altare maggiore (già detto dell'immagine) e la decorazione dell'arco trionfale con la leggenda della fondazione della chiesa sono opere barocche, mentre, a destra dell'altare vi sono i resti in marmo della decorazione cosmatesca del 1263.
Il coro fu ristrutturato dal Bramante agli inizi del XVI secolo, qui due capolavori di Andrea Sansovino: i monumenti funebri dei cardinali Ascanio Sforza e Girolamo Basso della Rovere. Nella volta affreschi del Pinturicchio (1508-10), anche le vetrate sono del Cinquecento.
CHIESA DI SAN TEODORO AL PALATINO
via di San Teodoro, rione Campitelli
La chiesa si trova ai piedi del Palatino, sul percorso dell'antico vicus Tuscus che, collegando il Foro al Tevere, convogliava quasi tutto il movimento commerciale tra la piazza del Foro e le terre degli etruschi che erano subito al di là del Tevere, fiume che era facile attraversare sfruttando l'isola Tiberina.
Venne costruita nel secolo VI e dedicata a san Teodoro di Amasea. Sembra che sia sorta sugli horrea di Agrippa, dove era un tempio pagano circolare, infatti un altare pagano è visibile all'ingresso della chiesa. Il mosaico dell'abside è anch'esso del VI secolo e raffigura Cristo seduto su un orbe rappresentante i cieli, affiancato da Pietro e Paolo e dai martiri Teodoro e Cleonico, Cristo indossa una veste nera con laticlavi d'oro simbolo di appartenenza ad un alto status sociale. I mosaici sono ispirati alla vicina chiesa dei Santi Cosma e Damiano (in via dei Fori Imperiali, già tempio di Romolo). Tradizionalmente è considerata una delle sette diaconie originarie di Roma, il primo diacono è stato papa Agatone nel 678. In questa chiesa era conservata la Lupa Capitolina fino al 1471. Durante il sacco di Roma del 1527 venne disperso il suo archivio che era ricchissimo. Nel 1643 fu rinnovata dal cardinale Francesco Barberini, papa Clemente XI Albani la fece ricostruire da Carlo Fontana nel 1703-05, che progettò anche il cortile esterno tutt'ora esistente. Papa Giovanni Paolo II concesse l'uso della chiesa al Patriarca ecumenico di Costantinopoli e alla comunità greco-ortodossa di Roma dal primo luglio 2004. Fu il patriarca Bartolomeo I di Costantinopoli a presiedere alla cerimonia di inaugurazione nella suddetta data.
L'interno è circolare con tre altari, all'altare maggiore si trova San Teodoro dello Zuccari
Fino agli anni Sessanta era caratteristica della chiesa la cerimonia dei Sacconi rossi che vi si svolgeva il Venerdì Santo. La chiesa era anche sede della omonima confraternita.
CHIESA DI SANTA MARIA SOPRA MINERVA
piazza della Minerva, rione Pigna.
E' considerata l'unica chiesa gotica di Roma, è celebre per le opere d'arte in essa contenute che ne fanno un vero museo aperto al pubblico, ospita le spoglie di Santa Caterina da Siena sotto l'altare maggiore, del pittore Beato Angelico, nonchè una scultura di Michelangelo e affreschi di Melozzo da Forlì. Nel convento annesso, oggi sede della biblioteca della Camera dei Deputati e della biblioteca Casanatense, Galileo Galilei, abiurò alle sue tesi scientifiche.
Dall'VIII secolo qui esisteva un oratorio dedicato alla Vergine già con l'appellativo di Minervum, dal Duecento passò ai frati predicatori con il complesso conventuale. Nel 1280 iniziò la costruzione della chiesa gotica a tre navate grazie ai finanziamenti di papa Bonifacio VIII, fu presa ad esempio santa Maria Novella a Firenze. La facciata è del Quattrocento anche se rimase incompiuta, solo Benedetto XIII nel Settecento la fece completare.
Tra il 1848 e il 1855 Girolamo Bianchedi diresse importanti lavori di restauro che tolsero le aggiunte barocche.
Nella piazza si trova un obelisco egizio issato su di un basamento opera del Bernini, raffigurante un grazioso elefantino. Per i romani è "er purcin de la Minerva".
L'interno è a tre navate divise da possenti pilastri con transetto e profonda abside. Sulle navate laterali si aprono delle cappelle che hanno mantenuto il loro aspetto barocco. Notiamo: la cappella dell'Annunciazione di Antoniazzo Romano; il Battistero ricavato nello spessore della facciata con decorazioni del Raguzzini; la cappella di San Raimondo di Penafort (l'ultima della navata di destra) con il monumento al cardinale Giovanni Diego de Coca, morto nel 1477, opera di Andrea Bregno e l'affresco "Cristo giudice tra due angeli" di Melozzo da Forlì; la cappella Carafa, opera importante del primo Rinascimento a Roma interamente affrescata da Filippino Lippi, il progetto architettonico è attribuito a Giuliano da Sangallo o al Bramante o Baccio Pontelli. La cappella Carafa è stata realizzata tra il 1488 e il 1493, nella parete di fondo presenta l'Annunciazione in una formula nuova, san Tommaso presenta alla Madonna il cardinale Carafa, sul lato opposto l'Angelo. Sulla parete sinistra il monumento a Paolo IV Carafa di Pirro Ligorio. Sulla parete destra San Tommaso in Cattedra, mentre nella lunetta il Miracolo del libro.
A sinistra dell'altare maggiore "Cristo portacroce" di Michelangelo.
L'abside conserva le sepolture dei papi Leone X, Paolo IV, Urbano VIII e Benedetto XIII. Fra le lastre tombali quella dell'umanista Pietro Bembo morto nel 1547.
PALAZZO DELLA SAPIENZA
piazza Sant'Eustachio, rione sant'Eustachio.
L'antica università romana fondata da papa Bonifacio VIII nel 1303, ebbe qui la sede dai tempi di Eugenio IV (1431-47) fino al 1935 anno in cui fu inaugarata al Città Universitaria. Il palazzo attuale adibito ad Archivio di Stato è opera di Giacomo della Porta che lo eresse per volere di Sisto V: severo e semplice all'esterno, ha il piano terreno a muro pieno, con il solo grande portale coronato da timpano del 1587 (iscrizione dedicata a Sisto V) e due piani superiori fra due voltateste e bugnature, a sinistra orologio e campanile. Il portale è semplice e classico, come nei tipi del tardo Rinascimento. Giacomo Della Porta lavorò alla direzione dei lavori di questo palazzo fino alla fine della vita, realizzando un edificio a pianta rettangolare con cortile interno, secondo il modello del Brunelleschi a Pisa. Venne scelto questo luogo perchè nei pressi della chiesa di Sant'Eustachio erano dislocate varie case ad uso di scuole universitarie (tre erano nel perimetro dell'attuale palazzo). Al primo piano, lato Senato, si conservano due grandi aule di rappresentanza dello Studium tra cui quella utilizzata per tre secoli come aula magna.
Il magnifico cortile, cinto su tre lati da portico con sovrastante loggiato a solenni arcate è chiuso nel fondo dalla concava facciata della chiesa di Sant'Ivo alla Sapienza costruita dal Borromini dal 1642 al 1660, con la originalissima cupola polilobata e l'ardito lanternino cuspidato a spirale. Nel cortile le insegne araldiche di tutti i papi che promossero i lavori: il drago dei Boncompagni (Gregorio XIII), il leone dei Peretti (Sisto V), i monti e la stella dei Chigi (Alessandro VII) e le api dei Barberini (Urbano VIII). Sul lato Ovest, al di sopra dell'ingresso principale, una scritta recita Initium Sapientiae Timor Domini = l'inizio della Sapienza è il timor di Dio, massima tratta dal libro dei proverbi del Vecchio Testamento, che ha dato il nome al palazzo inizialmente detto Studium Urbis.
Essenzialmente le aule ospitavano le facoltà di teologia e giurisprudenza, successivamente vi si aggiunsero medicina e chimica. Con l'Unità d'Italia la chiesa fu chiusa al culto e riaprì solo nel 1927. Fra gli insegnanti più celebri si ricordano Vittorio Emanuele Orlando (diritto pubblico) e Antonio Labriola (filosofia morale) che commemorò Giordano Bruno, le sue lezioni ebbero così grande successo che dovette parlare in piedi su una sedia nel cortile. Con lo spostamento nella Città Universitaria il palazzo ospitò e ospita ancora oggi l'Archivio di Stato con i documenti dello Stato Pontificio dal IX secolo al XIX. Nel dopoguerra il Senato ha ricevuto alcuni locali, in essi si riunisce la Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentare, molti inquisiti sono stati fotografati nel cortile di questo palazzo.
Lista delle Università più antiche del mondo.
Scuola medica di Salerno, IX secolo.
Università di Bologna, 1088.
Università di Parigi, 1090.
Università di Oxford, 1096.
Università di Parma, 1117.
Università di Modena, 1175.
Università di Cambridge, 1208.
Università di Arezzo, 1215.
Università di Salamanca, 1218
Università di Padova, 1222.
Univerità Federico II, Napoli, 1224.
Università di Vercelli, 1228.
Università di Treviso, 1231.
Università di Siena, 1240.
Università di Valladolid, 1241.
Università di Macerata, 1290.
Università di Coimbra 1290.
Università Comlutense di Madrid, 1293.
Università La Sapienza di Roma, 1293.
Chiesa di Sant'Ivo alla Sapienza.
Nel 1632 Francesco Borromini divenne architetto della Sapienza e cominciò ad occuparsi della chiesa che doveva sorgere all'interno del palazzo universitario. Progettò una chiesa a pianta centrale dalla geometria complessa. La chiesa fu consacrata nel 1660 dopo venti anni di progettazione e di lavori.
La pianta centralizzata mistilinea disegna una sorta di stella a sei punte e le mura ne ricalcano il perimetro. La parete è divisa da una serie di lesene scanalate che sottolineano gli spigoli interni concavi e convessi della chiesa, sopra questa fascia vi è una cornice non fortemente aggettante, in cui ritroviamo il motivo del soffitto leggermente concavo. Sulla trabeazione poggia la cupola con sottili costolature che convergono all'ultimo anello della lanterna. La conclusione più profonda è verso l'alto, dove decorazioni di stelle che rimpiccioliscono e l'immagine dello Spirito Santo sul soffitto della lanterna, suggeriscono altezze smisurate ed intoccabili. Il candore totale delle mura sembra rendere le pareti della chiesa diafane e trasparenti.
All'interno si segnala la pala d'altare con Sant'Ivo patrono degli avvocati di Pietro da Cortona del 1669 (incompiuta, terminata dagli allievi del maestro).
CHIESA DI SANT'ANTONIO DEI PORTOGHESI
via dei Portoghesi, rione Campo Marzio.
Nella piccola ma ornatissima facciata barocca della chiesa spiccano i tre portali. Questo è il tempio della nazione dei portoghesi, voluta nel 1445 dal cardinale Antonio Martinez de Chaves sul luogo di un ospizio per i pellegrini portoghesi, poi rifatta nel Seicento. La facciata è a due ordini con volute di raccordo, sostenute da vivaci telamoni e, nel mezzo grande scudo della casa di Braganza. La chiesa fu iniziata verso la metà del Seicento da Martino Longhi il Giovane (sua la facciata), continuata da Girolamo Rainaldi e terminata da Cristoforo Schor nel 1645.
Il portole centrale è ricchissimo e meglio non si potrebbe indicare per parlare di un tipo di portale barocco. Notevole anche il portale del convento a destra.
Interno ricchissimo a croce latina con due cappelle per lato e cupola. Nella prima cappella di destra monumento di Alessandro De Souza di Canova. Nella prima cappella di sinistra tavola a fondo oro della Madonna con il Bambino con Sant'Antonio e San Francesco di Antoniazzo Romano. Il transetto fu decorato da Vanvitelli.
Nel 1742 Nicola Salvi montò provvisoriamente all'interno della chiesa i pezzi della Cappella di San Giovanni Battista, sfolgorante di oro e marmi preziosi, poi benedetta da Benedetto XIV e inviata a Lisbona via nave.
La chiesa è stata ultimamente completamente restaurata, gli ultimi lavori riguardano il transetto sinistro. Dal 2008 possiede un grandioso organo della ditta Mascioni particolarmente pregevole, dotato di 4 tastiere e 47 registri, ogni domenica e festivi è possibile ascoltarlo alla messa delle ore 17, il maestro Giampaolo di Rosa è l'organista titolare. Ogni domenica di aprile, maggio e giugno alle ore 18,30 è possibile ascoltare concerti per organo, oppure organo e pianoforte. L'ingresso è libero.
SANT'IVONE DEI BRETONI
vicolo della Campana, rione Campo Marzio.
Progettata da Luca Carimini e consacrata nel 1888, appartiene alla nazione francese. E' quindi una chiesa moderna edificata sopra o nelle vicinanze della chiesa di Sant'Andrea de Mortarariis, sede della confraternita dei marmisti di Roma (bolla di Innocenzo II, sec. XII). Nel Quattrocento il papa Niccolò V concesse la chiesa ai Bretoni come loro chiesa nazionale. La chiesa aveva un ospizio per i pellegrini francesi. Della chiesa antica rimaneva solo il campanile, ma anch'esso crollò nel 1875. Resti dell'antica chiesa sono in San Luigi de Francesi.
Qui il portale è una vera e propria imitazione del Rinascimento italiano, l'immagine nella lunetta sembra tratta da uno dei lavori di Della Robbia il celebre ceramista toscano. L'arco a tutto sesto era tipico del Rinascimento, le colonne che ai lati dell'unico portone di ingresso alla piccola chiesa hanno il capitello corinzio.
BIBLIOGRAFIA
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www.tesoridiroma.net
www.vicariatusurbis.org
www.repubblica.it
www.corriere.it
www.ilmessaggero.it
www.it.wikipedia.org
Piero Tucci
07.04.12
tuccigf@tiscali.it
http://inbiciperoma.blogspot.com