LE SCUOLE DI ROMA
TRA LE SCUOLE ROMANE VI SONO
PREGEVOLI ESEMPI DI STILI ARCHITETTONICI
CHE SI SONO SUCCEDUTI
DAL 1870 AI GIORNI NOSTRI
STORIA DELLA SCUOLA ITALIANA
La prima legge dello stato italiano che riguarda la scuola è una legge del Regno di Sardegna, ovvero la legge Casati del 1859. Questa è stata la sola e l'unica legge dall'unità d'Italia fino ad oggi, a regolare tutta la nostra pubblica istruzione in una organica trattazione unitaria che riguardò tutta la scuola da quella Elementare all'Università.
Sul piano dei principi essa affermava la competenza e l'obbligo dello Stato di provvedere alla pubblica istruzione del grado elementare. Affermava i due principi giuridici fondamentali della scuola elementare: la gratuità e l'obbligatorietà. Ma è una scuola che nasce debole, viene affidata in gestione ai comuni che devono provvedervi in proporzione alle proprie facoltà e secondo i bisogni degli abitanti. Sul piano dell'obbligo la legge Casati lo stabiliva in forma di principio, nessuna sanzione era prevista per il contravventori.
I programmi del 1860 non hanno alcun discorso pedagogico, si limitano a indicare ai maestri le nozioni da impartire. Nel 1867 vengono emanati nuovi programmi preceduti da indicazioni contenutistiche destinate a guidare l'azione dei maestri, tale programmi furono scritti da Terenzio Mamiani. Da allora in poi tutti i programmi della scuola Elementare sono dei veri e propri testi pedagogici.
Nel 1877 la legge Coppino fissa la scuola Elementare in cinque anni, stabilisce l''obbligo scolastico fino a dieci anni e sanzioni per i contravventori.
Nel 1888 la scuola Elementare ha nuovi programmi voluti dal ministro Boselli e scritti da Aristide Boselli, il massimo esponente della pedagogia positivista italiana. Le istruzioni per i maestri si caricano ditensioni morali e civili, vuole conseguire "vigore al corpo, penetrazione all'intelligenza e rettitudine all'animo". Alle vecchie materie: italiano e aritmetica si aggiunsero geografia, storia, la storia naturale (scienze) e la geometria. Nel 1894 vengono introdotti i programmi d Baccelli che non cambiano i precedenti, ma regolano minuziosamente gli orari, i compiti a casa, i registri, gli esami con le loro prove.
Nel 1911 la legge Daneo Credaro, accogliendo un principio ormai maturo nella coscienza politica del paese, stabilì il trasferimento delle scuole Elementari dai comuni allo Stato, anche gli insegnanti passarono nei ruoli dello Stato Italiano. Fu un grande miglioramento per il livello culturale della scuola e per le retribuzioni dei maestri che nei piccoli comuni avevano stipendi irrisori.
In questo quadro rientrano i programmi Orestano del 1905, voluti dal ministro Orlando e redatti da Francesco Orestano. Il fine della scuola Elementare è individuato nell'istruzione e implica un contenuto carico di nozioni, sono i più nozionistici della nostra storia.
L'ordinamento scolastico riceve un'ulteriore significativa specificazione con la legge Gentile del 1922. Dopo la scuola Elementare uguale per tutti, si avevano quattro possibilità: il ginnasio di 5 anni che apriva al liceo classico o scientifico, l'istituto tecnico triennale cui seguivano quattro anni di istituto tecnico superiore, l'istituto magistrale di sette anni (maestri, al posto della Scuola Normale), la scuola complementare di avviamento professionale (3 anni) che non permetteva l'accesso all'università. Si trattò di una riforma conservatrice per le scuole medie invece, per la scuola Elementare, fece registrare due passaggi positivi: il principio dell'obbligo scolastico fino a 14 anni (ma si dovette attendere la riforma del 1962), fissò la sua durata in cinque anni divisa in due cicli: il primo di tre anni, il secondo di due, uguale su tutto il territorio nazionale.
Nel 1923 Gentile affida a Giuseppe Lombardo Radice, suo amico e discepolo, nonchè filosofo idealista, la redazione dei programmi della scuola Elementare. I programmi di Radice portano nella scuola italiana una ventata di novità, di ricerca, ne guadagnò l'alunno che si trovò inserito nella strategia pedagogica dell'attivismo, fu sollecitato a fare e non solo a sentire, a creare e non solo a copiare, a esprimersi e non solo a ripetere. Scrive Radice nei programmi: "... il maestro deve rinnovare continuamente la propria cultura, sono vietate le trite nozioni che hanno per tanto tempo aduggiato la scuola del fanciullo, si richiedono la schietta poesia, l'ingenua ricerca del vero, l'agile indagare". Per la cronaca vennero redatti anche dei nuovi programmi nel 1934 che introducono l'educazione fascista, per il resto tutto rimane invariato.
Con il Concordato tra Stato e Chiesa del 1929 viene introdotto l'insegnamento della religione cattolica considerato "fondamento e coronamento" dell'istruzione.
La caduta del fascismo e l'instaurazione di un regime democratico nulla cambiarono nell'ordinamento della scuola anche se la Costituzione fissò solennemente la durata dell'obbligo scolastico in otto anni.
Dopo la caduta del fascismo vengono approvati nuovi programmi in data 9 febbraio 1945 (quindi il Nord era ancora occupato), i lavori per la redazione di questi erano coordinati dal pedagogista nord americano Washburne. Presentavano una chiara ispirazione politico sociale: educare le nuove generazioni alla libertà, alla democrazia favorire la diffusione dei valori della pace e della solidarietà tra gli uomini e tra paesi diversi.
Nel 1955 vennero varati i programmi Ermini, quelli che ebbero la durata maggiore nella storia della scuola: trent'anni. Questi si ispirano espressamente alla concezione del personalismo, cioè all'affermazione del valore della persona umana nel senso storicamente acquisito dalla tradizione umanistico - cristiana. E' evidente l'ispirazione dalle idee del filosofo francese Jacques Maritain. Sotto il profilo metodologico raccomandava di far aderire il piano didattico alle strutture psicologiche del fanciullo, ne deriva la gradazione per cicli e l'allegerimento del carico nozionistico.
Finalmente con la legge del 31 dicembre 1962 n° 1859 veniva istituita la scuola Media e innalzato l'obbligo scolastico a 13 anni.
Nel 1968 nasce la scuola Materna Statale che ebbe i suoi Orientamenti nel 1991. Nel 1971, grazie alla legge 820, nasce la scuola a tempo pieno, una scuola della durante giornaliera di otto ore, e non di quattro, con il sabato libero, senza compiti a casa, che voleva rispondere alle esigenze di una società in profondo cambiamento con una famiglia che vedeva sempre più spesso anche la donna lavorare. E' una nuova realtà scolastica che muta la sostanza della impostazione pedagogica. Ovviamente i maestri diventavano due (uno per la mattina, uno per il pomeriggio), era prevista la mensa nei locali scolastici.
Nel 1973 un altro grande cambiamento investe la scuola italiana: "i decreti delegati", nascono così gli organi collegiali, dirigenti, docenti, genitori e personale non docente era chiamato a partecipare alla vita della scuola in vari organi. Con tale legge l'aggiornamento culturale e professionale degli insegnanti assume la natura giuridica di diritto dovere.
Nel 1977, con la legge 517 si ha l'inserimento degli alunni handicappati nelle scuole normali, progressivamente vengono chiuse le classi e le scuole speciali. Inoltre vengono aboliti i voti, sostituiti con i giudizi. La pagella è sostituita dalla scheda di valutazione. Gli insegnati sono tenuti ad una programmazione educativa.
A conclusione di queste profonde innovazioni nella scuola italiana nel 1985 vengono approvati i nuovi programmi che per la prima volta incidono sulla struttura organizzativa della scuola stessa. Il tempo scuola passa da 24 a 30 ore settimanali, vengono stabiliti tre docenti su due classi (ogni docente ha un'area disciplinare), viene fissato un piano nazionale di aggiornamento per i docenti, i docenti hanno l'obbligo di programmare in team l'attività didattica (contitolarità).
Nel 1995 vengono aboliti gli esami di riparazione estivi.
Nel 1997 viene alzato l'obbligo scolastico a 16 anni.
Il 29 ottobre del 2008 il Parlamento ha convertito in legge il decreto del ministro Gelmini con il quale si reintroduco i voti e - per una logica di risparmio - introduce una serie di meccanismi che avviano al ritorno del maestro unico.
Il governo Monti (min. istruzione Profumo) ha deciso una razionalizzazione delle scuole che comporta una diminuzione del suo numero.
PER UNA
STORIA DELLA SCUOLA ROMANA
In occasione dei 150 anni dell'Unità d'Italia e dei 140 di Roma capitale tentiamo una storia della scuola romana.
Nel 1870 la situazione della scolarizzazione a Roma non era pessima se si pensa che alla leva militare del 1871 il numero degli analfabeti di Roma e provincia era il 59,68% del totale, un livello basso se si pensa che in alcune aree del meridione si toccavano punte del 90%. In quegli anni su una popolazione di 212.000 abitanti, a Roma c'erano circa 20.000 ragazzi che frequentavano le scuole elementari pubbliche o religiose.
In questa situazione il primo problema da risolvere era quello di trovare i locali dove aprire delle scuole pubbliche. Anche per il reclutamento del personale, i docenti, vi furono problemi e si dovette far ricorso a insegnati provenienti dal Nord.
Il 16 dicembre 1870 è una data importante per la scuola romana, per la prima volta si riuscì ad aprire una scuola Elementare maschile in via dei Fienili 42 D oggi via di San Teodoro. Seguì a breve l'apertura di una scuola femminile in via Tor de Specchi oggi via del Teatro di Marcello. Bisogna ricordare che per l'affitto di locali scolastici il comune spendeva in un anno 120.000 lire. Poco dopo, un edificio scolastico viene costruito dal Comune per lo scopo di aprirvi una scuola, sarà intitolato alla Regina Margherita, la scuola esiste ancora in via dei Genovesi nel rione Trastevere. Tra il 1870 e il 1880 sorsero i primi licei pubblici, o meglio regi come si chiamavano allora, l'Umberto I, oggi Albertelli all'Esquilino, il Mamiani e il Visconti, anzi quest'ultimo precedette le scuole Elementari di cui abbiamo parlato.
Nel 1882 il sindaco Pianciani propose un piano per edificare otto edifici scolastici in altrettante zone della città.
Il Visconti trovò dimora nel vecchio Collegio Romano, fondato nel 1550 da Sant'Ignazio di Lojola e retto dai gesuiti e requisito subito dopo la breccia di Porta Pia. L'apertura avvenne il 3 dicembre 1870 e le lezioni cominciarono subito sotto la direzione del preside prof. Nicomede Bianchi, tra gli insegnanti spiccava il nome del prof. Domenico Gnoli, docente di eloquenza italiana, che tenne il discorso inaugurale alla presenza del luogotenente del re generale Alfonso Lamarmora e di Aristide Gabelli provveditore agli studi di Roma e illustre pedagogista. Tra gli alunni il futuro papa Eugenio Pacelli che frequentò i corsi dal 1885.
Successivamente vengono costruiti imponenti complessi scolastici: la Pestalozzi, la Vittorino da Feltre sopra al Colosseo, una scuola in via dell'Olmata vicino Santa Maria Maggiore, la Vittorio Emanuele III nel quartiere San Lorenzo.
Nel 1875 venne inaugurato il Museo di Istruzione e Educazione presso il quale un'appostia commissione si occupava di edilizia scolastica. Tale museo fu fondato dal ministro Ruggero Bonghi e diretto da Antonio Labriola. Aveva anche originali compiti di documentazione, cercare in Europa e America le novità introdotte per l'igiene degli scolari e per la facilità dello studio, studiare le novità che riguardano la costruzione degli edifici, il mobilio, gli utensili, i libri.
Nel 1900 il tasso di analfabetismo era sceso al 9% su una popolazione che intanto era aumentata tanto che al censimento del 1901 gli abitanti erano 422.000. La popolazione scolastica è salita a 65.000 persone. Nel 1911 nascono i Patronati scolastici, istituiti con la legge Daneo Credaro, con lo scopo di aiutare le famiglie più indigenti. Ai bambini veniva assicurato un pasto, quaderni e corredo scolastico, assistenza durante i compiti.
Nel 1910 nasce la Scuola Magistrale Ortofrenica e con essa le scuole speciali, le classi differenziali e le scuole all'aperto, una di queste si conserva presso la basilica di San Paolo, è costituita di padiglioni, ed è ancora funzionante. Nell'agro romano sorgono le scuole rurali per i contadini e i loro figli, immediatamente la memoria va al poeta Giovanni Cena e ad Alessandro Marcucci.
Sempre in questi anni partono da Roma le esperienze di Maria Montessori che avranno diffusione europea. Il sindaco di Roma Ernesto Nathan lega il suo nome ad una serie rilevante di opere pubbliche tra cui numerosi edifici scolastici.
Dopo la prima guerra mondiale la città conosce un ulteriore incremento demografico e di conseguenza un aumento di studenti. Il governatore di Roma Giuseppe Bottai, che successivamente sarà ministro dell'Educazione Nazionale (equivalente di Pubblica Istruzione) passerà nel 1936 la scuola Elementare dal comune allo Stato. In questi anni viene costruita la Scuola Elementare Alberto Cadlolo in via della Rondinella, il Liceo Mamiani in viale delle Milizie, il Liceo Giulio Cesare in corso Trieste. Ad Ostia si costruisce la Colonia Marina Vittorio Emanuele III. Una scuola con padiglioni in legno è la Grilli nella passeggiata del Gianicolo.
Dopo la seconda guerra mondiale molte scuole della città sono occupate dall'esercito o da famiglie senza casa, detti sfollati. Se per i primi è più facile ottenere indietro l'edificio scolastico, nel secondo caso la sua liberazione presenza diverse difficoltà. Il problema è quello della mancata frequenza, su 85.000 iscritti alla scuola elementare mancano all'appello 10.000 alunni. Provveditore agli studi di Roma in questi difficili anni fu Guido Mestica che ricoprirà questo incarico per dieci anni, nello stesso periodo sarà assessore alla scuola del Comune Ugo Angelilli.
Negli anni della ricostruzione sorge il CEA (Centro di Educazione Artistica) inteso a promuovere l'interesse di alunni e insegnanti verso le discipline artistiche. Tra le iniziative che hanno riscosso maggior successo: il Coro dei Mille Piccoli Cantori che si sono esibiti nei maggiori teatri italiani e in Vaticano.
Nel 1968 la Provincia di Roma inaugura il palazzo
del Provveditorato in via Pianciani, si tratta di un edificio di
otto piani dotato di moderne attrezzature, di una sala riunioni al
terzo piano in cui si sono tenuti per molti anni i cosiddetti
"Giovedì del Provveditorato".
Il palazzo del Provveditorato
in una foto del 1970.
Incremento della popolazione scolastica.
anno elementare media superiore
1947 85.000 18.000 6.700
1960 122.000 67.000 47.000
1970 192.000 106.000 98.000
Gli anni Settanta hanno confermato questo aumento di popolazione scolastica, ma già negli anni Ottanta si è notata una flessione. Tale flessione si è accentuata nei due decenni successivi portanto alla chiusura di molte scuole, all'accorpamento di altre. Negli anni Settanta vennero costruiti alcuni quartieri popolari di Roma tenendo conto dell'incremento demografico attuale per cui nel giro di pochi anni questi quartieri hanno avuto una disponibilità di scuole sovradimensionato, questo è il caso di Spinaceto. Nell'edilizia scolastica si perde ogni retaggio provinciale gli architetti si allineano con le più avanzate tendenze internazionali di ricerca in questo campo. Sono pregevoli esempi di edilizia scolastica di questi anni: la Scuola Israelitica in lungotevere Sanzio del 1960; il Liceo di Spinaceto di De Feo del 1967; l'istituto di Farmacologia nella città Universitaria degli anni 1958 - 60 di Dall'Olio Lambertucci; la scuola Elementare della Borgata Ottavia del 1975.
Il governo presieduto da Mario Monti (nov. 2011-dic.12 al ministero istruzione Francesco Profuno) ha deciso una razionalizzazione delle scuole in tutta Italia che comporterà un ulteriore diminuzione del numero di queste anche a Roma.
VIA DI SAN TEODORO
rione Campitelli
I locali requisiti per scuola
in via di San Teodoro
Qui si trova una lapide che ricorda l'istituzione della prima scuola elementare pubblica, siamo al numero civico 42 D, la scuola era in locali in affitto, fu aperta il 16 dicembre 1870; durante gli anni del fascismo tutta la zona fu investita da grandi lavori di demolizioni e ricostruzioni, questo punto corrispondeva a via dei Fienili. Allora le scuole erano divisi in maschili e femminili, questa era maschile, quella femminile si trovava in via Tor de Specchi, oggi via del Circo Massimo.
LICEO ENNIO QUIRINO VISCONTI
COLLEGIO ROMANO
piazza del Collegio Romano, rione Pigna
Il Collegio Romano fu istituito da Sant'Ignazio di Loyola nel 1551, per volontà di papa Gregorio XIII Boncompagni fu costruita, dal 1582 al 1584 la sede definitiva in questo palazzo, il progetto è del fiorentino Bartolomeo Ammannati. Nel 1623, a seguito della canonizzazione di sant'Ignazio di Loyola, il cardinale Ludovico Ludovisi, nipote di Gregorio XV, finanziò la costruzione della chiesa di Sant'Ignazio di Loyola che fu progettata da Orazio Grassi, mentre la volta fu affrescata da Andrea Pozzo.
Un'immagine attuale del Collegio Romano
Nel 1651 fu iniziata una raccolta di antichità classiche, reperti preistorici ed etnografici da padre Athanasius Kircher studioso di matermatica, fisica e lingue orientali. Venne curato un gabinetto astronomico e fisico per il quale nel 1787 venne edificata una torretta detta dell'Osservatorio. La biblioteca del Collegio confluì nella Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele II oggi a Castro Pretorio. Nel 1870 con la breccia di Porta Pia e il trasferimento della capitale a Roma si ebbe l'abolizione dell'asse ecclesiastico, di conseguenza, il palazzo fu adibito a caserma dei bersaglieri e subito le aule vennero adibite a Liceo intitolato a Ennio Quirino Visconti illustre archivista, conservatore del museo Capitolino, professore di archeologia all'università di Parigi, membro del governo durante il periodo napoleonico.
Attualmente l'ala orientale del palazzo ospita la sede centrale del Ministero dei Beni e Attività Culturali dalla sua istituzione (1974), mentre l'ala che affaccia sulla piazza omonima ospita il liceo classico Ennio Quirino Visconti.
La facciata fu progettata in proporzioni gigantesche da Paolo Maruscelli, è divisa in tre corpi: quello centrale è più alto a tre piani, mentre i due laterali sono a due piani, con sopra un attico. Sulla destra si eleva la torre Calandrellii, costruita nel 1787 per le osservazioni astronomiche. La parte centrale presenta due grandiosi portali, quello di destra è murato, quello di sinistra è in asse con il cortile interno. Al di sopra lo stemma di Gregorio XIII e la lapide che ricorda la fondazione del Collegio. Al terzo piano c'è un orologio che un tempo segnava l'ora esatta a tutti gli orologi di Roma. Sopra ancora una balaustra sulla quale si elevano una loggia con cupolino per la campana che segnava l'inizio delle lezioni e due edicole per le meridiane.
Il cortile del Visconti
dopo il recente restauro
Il Liceo ebbe una sezione femminile dal 1890, durante il fascismo fu una delle voci critiche al regime, a testimonianza di ciò il prof. di storia dell'arte Raffaele Persichetti morirà nella difesa di porta San Paolo all'indomani dell'8 settembre 1943. Recentemente è stata restaurata la facciata e il cortile interno dove è stato ripristinato il mattonato spinato.
SCUOLA ALBERTO CADLOLO
via della Rondinella 2, rione Ponte
La scuola Cadlolo è stata costruita nel 1925 dall'arch. Vincenzo Fasolo ed è dedicata ad un eroe giovanissimo della prima guerra mondiale, sottotenente di fanteria morto sul monte Grappa il 24 ottobre 1918.
Dal punto di vista architettonico è un edificio di pregio, nella cura con cui sono disegnate le finestre, le lesene con capitelli ionici, i loggiati, l'altana, fa riferimento agli elementi architettonici tipici dell'architettura italiana d'accademia. In questo disegno delle facciate, in cui nessuna prevale su le altre, si può vedere una somiglianza con le altre opere di Fasolo: il palzzo del Governatorato a Ostia (oggi sede del Municipio XIII), oppure la caserma dei Vigili del Fuoco in via Marmorata (di fronte all'Ufficio Postale di Adalberto Libera).
La scuola è dotata di cortile alberato, biblioteca, laboratorio di informatica e palestra. Fa parte dell'Istituto Comprensivo Virgilio con sede a via Giulia 25 comprende una scuola Media a indirizzo musicale con sede in via Giulia, le scuole Elementari Trento e Trieste, Grilli, Bambino Gesù.
LICEO TERENZIO MAMIANI
viale delle Milizie 30
Il Liceo Mamiani fu fondato nel 1885 con sede in Corso Vittorio. Venne così denominato in onore dell'intellettuale e politico risorgimentale che fu ministro della Pubblica Istruzione. Nel 1924 venne trasferito nell'edificio attuale progettato dall'arch. Vincenzo Fasolo (progetto del 1919, appalto dei lavori nel 1921), oggi è tutelato dalla Sovrintendenza come monumento nazionale. Nel liceo hanno studiato lo scrittore Emilio Lussu, il filosofo Guido Calogero, il fisico Emilio Segrè, l'attrice Anna Proclemer, il matematico Lucio Lombardo Radice, il giornalista Mario Pannunzio, il musicista Nicola Piovani, il giornalista e uomo politico Eugenio Scalfari fondatore di Repubblica, il regista Gabriele Muccino, la medagli d'oro ten. Maurizio Giglio vittima delle Forre Ardeatine, il ministro per la coesione territoriale del governo Monti: Fabrizio Barca (è un economista).
Nella vecchia sede del corso Vittorio avevano frequentato la scuola Emilio Sereni comandante generale delle divisioni Garibaldi e poi ministro della Repubblica, Altiero Spinelli uno dei padri fondatori dell'Europa.
Durante il fascismo insegnò in questa scuola Alfredo Panzini firmatario del manifesto in difesa della razza.
Durante la Resistenza fu centro di attività contro l'occupazione militare tedesca, la medaglia d'oro Giaime Pintor era un ex alunno di questa scuola. Dopo la Liberazione fu sede dell'ospedale militare della Quinta Armata USA.
Nel 1968, nel clima della contestazione studentesca, fu la prima scuola romana ad essere occupata dagli studenti (15-16 marzo), in essa si tenne la prima assemblea autorizzata (26 marzo).
Oggi la scuola è dotata di una biblioteca, di moderni laboratori di fisica, informatica, sala proiezioni e palestre. E' attivo un laboratorio teatrale. E' un monumento adottato dalla scuola stessa tramite il progetto del Comune di Roma.
La statua di TerenzioMamiani che era nell'androne oggi si trova in via Acciaioli ang. corso Vittorio (giardini).
Dal punto di vista architettonico è una delle massime espressioni dell'architettura del barocchetto in cui si coniuga la ricerca del linguaggio romano con quella delle necessità funzionali di questo nuovo organismo tipologico. Tuttol'edificio, decorazioni, distribuzione delle masse, dettagli architettonici, è improntato sul singolare e arduo dialogo.
L'impianto è simmetrico rispetto all'asse di ingresso a cui corrisponde in pianta lo spazio del cortile centrale su cui affacciono i corrdoi che portano alle aule. Si sviluppa su tre livelli. Il pronao di ingresso è ideato a ispirazione di una serliana. Il conicione del corpo centrale, leggermente avanzato è chiaramente ispirato alle costruzioni barocche.
SCUOLA GRILLI AL GIANICOLO
O
CASA DEI BAMBINI A SAN LORENZO
La scuola Grilli sul Gianicolo è un esempio di scuola basata su padiglioni in legno, chiamata "scuola all'aperto". Si tratta di una sperimentazione anche didattica, voleva dire aprire la scuola al contatto con la natura, renderla più libera e vicina la mondo dei bambini. La scuola si trova sulla passeggiata del Gianicolo, nel suo perimetro è compresa la statua di Anita Garibaldi di Mario Rutelli, un'opera molto apprezzata dalla critica. La statua è ben visibile dall'esterno, fa parte delle statue celebrative degli eroi del Risorgimento che sono collocate sul Gianicolo.
La Casa dei Bimbi si trova nel quartiere di San Lorenzo in via dei Marsi n. 58. Qui il 6 gennaio 1907 Maria Montessori aprì la sua prima istituzione scolastica nella quale potè sperimentare i suoi innovativi metodi didattici rivolti a bambini in età prescolare. L'iniziativa fu possibile grazie al sostegno economico dell'ing. Talamo direttore dell'Istituto Beni Stabili che stava costruendo nel quartiere case a basso costo per una popolazione spesso poverissima. Maria Montessori (nata a Chiaravalle in provincia di Ancona nel 1870 e morta a Noordwijk in Olanda nel 1952) è stata un medico e pedagogista che ha creato un metodo di insegnamento diffuso in migliaia di scuole in tutto il mondo. E' stata la prima donna medico in Italia. Assistente presso la clinica psichiatrica dell'Università di Roma di Giuseppe Ferruccio Montesano, si dedica al recupero dei bambini con problemi psichici, i cosiddetti anormali. Partecipa a numerosi convegni pedagogici in tutta Europa, contribuisce con il suo impegno all'emancipazione femminile, è rimasto famoso il suo intervento al congresso femminile di Berlino nel quale rivendita il diritto di parità salariale tra uomini e donne. Nel 1907 apre questa Casa in cui applica la sua nuova concezione di scuola dell'infanzia che tradurra nel libro: "Il metodo della pedagogia scientifica". Da questo successo nasce il Movimento Montessoriano, nel 1924 la Scuola Magistrale Montessori e l'Opera Nazionale Montessori. Il fascismo accoglie questo movimento poi nel 1934 ne ordina la chiusura come pure farà Hitler in Germania.
Il suo pensiero parte dal bambino come essere completo, capace di sviluppare energie creative e possessore di disposizioni morali. Il principio fondamentale deve essere la libertà dell'allievo, perchè solo la libertà favorisce la creatività dei bambini. Dalla libertà deve emergere la disciplina, un individuo disciplinato è capace di regolarsi da solo quando sarà necessario seguire le regole della vita. La Casa dei Bimbi è ordinata in maniera tale che i bambini la sentano loro. L'intero arredamento è progettato e proporzionato alle possibilità del bambino. Interagisce con il materiale proposto mostrandosi concentrato, creativo, volenteroso. Essenziale è la partecipazione dei genitori alla cura della salute e dell'igiene come prerequisito della scuola. Il compito dell'insegnante è organizzare l'ambiente, deve dedicarsi all'osservazione dei comportamenti, lo aiuto ma rispetta i ritmi naturali di sviluppo del bambino stesso e la sua personalità.
BIBLIOGRAFIA
- AA.VV. Guida d’Italia, Roma, ed. Tci, 1993.
- AA.VV. Roma, libri per viaggiare, ed. Gallimard – Tci, 1994.
- AA.VV. I rioni e i quartieri di Roma, ed. Newton & Compton, 1989.
- AA.VV. Le strade di Roma, ed. Newton & Compton, 1990.
- Claudio Rendina (a cura di), Enciclopedia di Roma, ed. Newton & Compton, 2005.
- Giorgio Carpaneto, I palazzi di Roma, ed. Newton & Compton, 1991.
- Mariano Armellini, Le chiese di Roma, ed. Pasquino, 1982.
- Irene de Guttry, Guida di Roma moderna, ed. De Luca 1989.
- Gaia Remiddi e altri, Il moderno attraverso Roma, ed. Groma, 2000.
- Piero Ostilio Rossi, Roma. Guida all’architettura moderna, ed. Laterza, 1991.
- Appunti dalla mostra all'Ara Pacis, Le città di Roma, aprile 2011. Appunti personali.
- Diana Alessandrini, Roma. Il futuro è in cantiere, ed. Edilazio, 2005.
- Aldo Tornese, Sintesi Storica della scuola romana, Ist. Arti Grafiche, 1970.
- AA.VV. Enciclopedia Universale, ed. Garzanti, 2003.
- AA.VV. Enciclopedia dell’Arte, ed. Garzanti, 2002.
- Roma ieri, oggi e domani, ed. Newton Compton.
- Forma Urbis, ed. Service Sistem.
- AA.VV. Stradaroma, ed. Lozzi, 2005.
- AA.VV. Tutto Città, 2011/2012, ed. Seat.
SITOGRAFIA
www.comune.roma.it
www.romasegreta.it
www.laboratorioroma.it
www.romasparita.eu
www.info.roma.it
www.repubblica.it
www.corriere.it
www.ilmessaggero.it
www.it.wikipedia.org
www.treccani.it
www.sapere.it
www.maps.google.it
www.viamichelin.it
www.liceoeqvisconti.it
www.icvirgilioroma.it
www.liceomamiani.it
Piero Tucci
09.06.13
tuccigf@tiscali.it
http://inbiciperoma.blogspot.org