Tevere in bici tra Lazio e Umbria
Il Tevere tra Lazio ed Umbria gita cicloturistica del 4.10.09 |
Le
foto di Beatrice
Le foto di Igino
Legenda:
______ Strada asfaltata a basso traffico ______
Strada sterrata Come si raggiunge da Roma il parcheggio della Stazione di Orte Scalo, lato fiume, punto di partenza: Dalla Stazione Termini: con il treno
regionale 2308 Roma-Firenze delle 9,05 che normalmente si trova al
binario 3. Arrivo ad Orte scalo 9,43 Tipo bici: MTB, lunghezza: km. 30, dislivello: 25 mt. 300 mt. di salita. percorso facile adatto a tutti 95% in sicurezza.
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Il
parcheggio del bar e dell'area archeologica di Otricoli è
gratuito. |
Legenda:
______ Strada asfaltata a basso traffico ______
Strada sterrata Stazione di Civitacastellana-Magliano |
L'
Area Attrezzata camper si trova nelle vicinanze della stazione FS
di Gallese in Teverina |
Tevere in bici tra Lazio e Umbria, lunghezza e altimetria dell'itinerario
Primo tratto Orte Scalo – Canale di Gallese |
Secondo tratto dalla diga di Gallese al Porto dell’Olio di Otricoli |
terzo tratto da Zona Archeologica di Ocricolum alla diga di Gallese. Il tratto in salita è di 300 m. ed ha un dislivello di circa 25 m può essere effettuato a piedi con bici a mano. |
Quarto tratto dalla diga di Gallese alla Stazione FS di Civita Castellana |
Tevere in bici tra Lazio e Umbria la variante
del 4.10.09
dopo l'attraversamento della sbarramento Enel di Gallese si sarebbe dovuto risalire gli argini del Tevere che portano al Porto dell'Olio. Nella prova percorso dei giorni precedenti, io, Massimo e Italo, due amici della Discesa del Tevere, siamo riusciti a risalire gli argini fino al porto dell'Olio, ma scavalcando tronchi di alberi caduti e facendoci largo, con la bici e il corpo di Italo apripista, tra la vegetazione che si sta impadronendo del bel sentiero. Dopo la prova ho inviato due fax, uno al comune di Gallese e l'altro al comune di Otricoli, con i quali ho sollecitato i Sindaci a far ripulire gli argini di quel bel tratto del fiume.. La variante era d'obbligo visto che alla gita avrebbero partecipato dei bambini, si è deciso di percorrere la sterrata che porta all'altezza del ponte che attraversa l'autostrada e da lì a sx si raggiunge il porto dell'Olio.
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Il
biondo Tevere,
come era chiamato dagli antichi, nasce sul monte Fumaiolo nell’Appennino
tosco-romagnolo, da dove, con un tragitto di oltre 400 Km attraversando la
Toscana, l’Umbria e il Lazio, arriva al Mar Tirreno.
Al Tevere è legata la storia della fondazione di
Roma, datata 753 a.C, ma i primi insediamenti indicativi risalgono al IV secolo
a. C. nella zona di Ostia Antica. La storia ci racconta che Roma e Veio
rivaleggiarono lungamente per il controllo del commercio sul fiume, fino agli
inizi del IV sec a.C.
Alla fine del VI sec. a. C. ai tempi degli ultimi re
di Roma, Tarquinio Prisco o Tarquinio il Superbo, usufruendo dell'esperienza
sviluppata dall'ingegneria etrusca, si costruì la Cloaca Massima, una delle più
antiche condotte fognarie.
In epoca imperiale la storia del fiume è legata alla
rete commerciale del Mediterraneo, avente come fulcro il Porto di Ostia e come
secondo scalo portuale del Tevere: “il Porto dell’Olio” di Ocriculum che rimase
una fondamentale arteria di trasporto fino a tutto il ‘700.
Tale porto sorgeva sulle rive del Tevere, al margine
di un’area pianeggiante dove il fiume descriveva un’ampia ansa, nella
cartografia indicata, non a caso, con il toponimo di Fiume Morto. I rapporti tra
la città di Otricoli e Roma furono intensificati grazie a questa infrastruttura,
che fu certo determinate per lo sviluppo economico della città; notizie più
frequenti del Porto, presenti soprattutto nel ‘600 e nel ‘700, documentano sia i
notevoli benefici ricevuti dal comune di Otricoli soprattutto per i consistenti
proventi derivati dalle gabelle, ma anche le notevoli difficoltà patite a causa
della continua erosione delle sponde del fiume che provocava frequenti frane e
che obbligò a spostare ripetutamente l’intero abitato e il porto (1688-1720).
Nell’Alto Medioevo vennero pavimentati i percorsi
naturali che attraversavano la valle del Tevere, costruendo, così, le strade
consiliari che ancora oggi sono rilevanti arterie stradali; basti pensare alla
Flaminia, che, con un percorso che congiungeva Roma a Rimini, attraversava anche
l’aerea archeologica di Otricoli. Questo comportò la diminuzione dell’utilizzo
del Tevere quale arteria di comunicazione che venne ulteriormente aggravata
dalla costruzione di muraglioni e dall’insabbiamento, tanto da determinare il
completo decadimento della navigazione fluviale.
Antiquarium Casale S. Fulgenzio
Il percorso pedonale inizia e si conclude con la visita all’ Antiquarium
Casale S. Fulgenzio.
L’immobile acquisito e completamente ristrutturato dalla Soprintendenza
Archeologica per l’Umbria , è impostato su una cisterna romana a vista,
costituita da un ambiente rettangolare coperto con volta a botte di grandi
dimensioni (lungo m. 28, largo m. 4,30, alto m. 4,25) e pertinente ad una villa
suburbana costruita in opera cementizia. L’intero ambiente, di circa mq.
230, funge da Centro di accoglienza per le visite guidate all’area archeologica,
ospita una sala adibita per i laboratori didattici e una mostra archeologica
permanente costituita da reperti inediti e di grande pregio rinvenuti durante le
campagne di scavo, condotte nell’area archeologica di Ocriculum, dal 1960 al
2005; di notevole pregio tra i reperti archeologici esposti: i vasi preromani in
bucchero (rinvenuti nelle necropoli preromane di Cerqua Cupa e Crepafico), due
urne cinerarie marmoree decorate, numerose terracotte architettoniche, i
frammenti di un letto funebre in osso decorato e numerose iscrizioni, ritratti e
sculture in marmo.
L’immobile, completamente ristrutturato per permettere anche la visita interna
della cisterna romana, è dotato di servizi come toilette, il bookshoop e
all’esterno un’ampia zona verde e l’area di sosta.
Altri monumenti
Proseguendo lungo la strada comunale di S. Vittore la visita si dirama lungo due percorsi pedonali: il percorso secondario conduce alla Chiesa paleocristiana di S. Vittorecon suggestiva vista sul tratto di Tevere che lambisce l’intera area archeologica; il percorso pedonale principale, entrando all’interno della città di Ocriculum, attraversa i resti di ambienti, in opera reticolata, la cosiddetta “Piccole Sostruzioni”(N. 2) e raggiunge l’area del Foro e della Basilica(N. 3).Da questa zona provengono iscrizioni onorarie e di carattere pubblico, un gruppo statuario dell’età giulio claudia, trasportate ai Musei Vaticani e pertinenti alla Basilica, e altre effigi imperiali, recuperate durante gli scavi pontifici settecenteschi, che attestano la presenza di un secondo monumento pubblico adibito al culto imperiale. Tutti questi edifici non sono attualmente visibili, restano solo scarsi resti murari, affioranti in questo piano di campagna.
Grandi Sostruzioni
Le “Grandi Sostruzioni” (N. 4), situate a destra del percorso principale, rappresentano uno dei monumenti più caratteristici e imponenti di Ocriculum. Questo complesso, lungo circa 80 metri e costituito da 12 ambienti a volta disposti su due piani, fu costruito con lo scopo di contenere il terreno; in età tardo repubblicana, doveva sostenere un edificio pubblico di cui non rimane traccia: un edificio imponente, quindi, che faceva parte di una grande terrazza probabilmente pertinente ad un santuario dedicato alla dea Valentia.
Teatro
Il monumento (N. 5), costruito in opus reticolatum e situato a destra delle Grandi Sostruzioni utilizzando il pendio del terreno retrostante, è costituito da una cavea (gradinate), di circa m. 79 di diametro; divisa orizzontalmente in tre parti, sormontata da due ambulacri è collegata alla galleria tramite alcune aperture. Davanti alla cavea del Teatro, su una spianata artificiale sorretta da sostruzioni, si trovava la scena (di cui non rimane nulla sul posto) adornata di statue e decorazioni tra cui probabilmente le due colossali Muse sedute ora conservate nella sala a croce dei Musei Vaticani.
Terme
Le Terme (N. 6) sono l’unico monumento antico ricordato dalle fonti epigrafiche, relativamente alla sua costruzione, ai restauri e agli ampliamenti. Rimane ora visibile la cosiddetta sala ottagonale: i quattro lati maggiori sono alternati a quattro minori su cui si aprono nicchie, porte e ingresso principale, la copertura è del tipo a “conchiglia”. Da questa sala proviene il mosaico policromo ora conservato nella Sala Rotonda del Vaticano raffigurante al centro una medusa e, in due fasce divise in otto settori, scene con lotta di centauri e Greci. Accanto alla sala ottagonale è conservata una sala rotonda di 9 m. di diametro in opus latericium, sulla cui muratura esterna restano tracce di rivestimento in cocciopesto.
Pilone monumentale
La strada continua inoltrandosi all’interno della città dove si conserva il cosiddetto Pilone (N. 7), un’alta costruzione rettangolare in opera reticolata. L’alto pilastro è interpretabile come uno dei piloni della porta monumentale che indicava l’ingresso all’area urbana; al di fuori di esso, infatti, sono ubicati soltanto i monumenti funerari, mentre, davanti si trovano gli edifici pubblici tra cui, alla sinistra, il Ninfeo.
Ninfeo
Il Ninfeo (N. 8) di Otricoli è una lunga sostruzione di m. 50, costruita in opera cementizia con rivestimenti in opus reticolatum. Il monumento, caratterizzato da una elegante parete che conteneva tre fontane pubbliche nella sua alternanza di nicchie semicircolari e rettangolari, è collegato, attraverso un sistema di cunicoli sotterranei ancora funzionanti, alla cisterna ora visibile all’interno dell’Antiquarium Casale San Fulgenzio.
Ultimi rinvenimenti
Attraversato il pilone di ingresso e visitato il Ninfeo, il percorso pedonale arriva in una zona caratterizzata dalla presenza di numerosi monumenti, tutti rinvenuti durante la campagna di scavo del 1992-1994, che si affacciano su un tratto basolato dell’Antica Via Flaminia (N. 9). Presso Ocriculum, infatti, l’importante via publica seguiva un tracciato parallelo all’odierna statale entrando con un divincolo all’interno della città antica. Il tratto ora visibile (25x6 m.) è formato da grandi basoli di leucite provenienti da antiche cave delle vicinanze e conserva ancora evidenti i segni dei carri. Si affaccia direttamente sulla Via Flaminia un Monumento Funerario a tamburo (N. 10), su base quadrata e di grandi dimensioni; costruito in opera cementizia è rivestito di blocchi di travertino disposti per testa e per taglio. Accanto al monumento sono visibili: a destra la cosiddetta Tomba a torre e a sinistra una fonte pubblica (N. 11); la fonte, che si apre sulla Via Flaminia con un ingresso gradinato, è divisa all’interno da due balaustre in pietra, dove sono ancora visibili i segni delle funi dei secchi usati per l’approvvigionamento dell’acqua.
L’Anfiteatro
Il percorso guidato, quasi ripercorrendo il tracciato dell’Antica Via Flaminia, giunge ad uno dei monumenti più imponenti della città di Ocriculum: l’Anfiteatro (N. 12). L’anfiteatro, i cui assi maggiori misurano circa 120x98 m., si presenta in parte costruito, in parte addossato alla collina, scavata per consentire l’appoggio delle strutture murarie; tutta la parte esterna del monumento è scomparsa, ma della cavea rimangono alcuni tratti della galleria intermedia, delle gradinate, di una galleria più interna e di un basso corridoio. Rimangono inoltre i resti dei due ingressi principali sugli assi maggiori e, sul piano dell’arena, una parte del podio.
Monumenti funerari
Uscendo dall’area urbana di Ocriculum, infine, il tracciato fiancheggia numerosi monumenti funerari (N. 13) che si trovavano lungo il tracciato dell’Antica Via Flaminia; delle tombe rimangono i nuclei per lo più in opera cementizia di varie tipologie (a torre, a nicchia, rotondo) con rivestimenti in blocchi di travertino e di marmo, in parte reimpiegati nel centro storico di Otricoli. Il primo monumento, cosiddetto Tomba a torre, di grandi dimensioni, a pianta quadrata, sormontata da un corpo circolare, con colombaia in alto che ha riutilizzato il monumento. L’ultimo monumento che si incontra uscendo dalla città di Ocriculum è una Tomba a nicchia di età imperiale, che emerge dalla terra fino all’imposta della volta; costruita in opera cementizia con grosse scaglie di tufo miste a malta, aveva un rivestimento in laterizio di cui rimangono soltanto alcuni tratti.
Necropoli Preromane
Otricoli, antico centro umbro confinante ad ovest con il territorio falisco e a sud est con la Sabina tiberina presenta numerose testimonianze dell’età preromana. I materiali più antichi provengono dalle necropoli arcaiche ubicate sul pianoro sottostante il centro attuale, in particolare in loc. Crepafico; qui i rinvenimenti di tre tombe, tutte scavate nel bancone tufaceo e databili VI-VII a.C. , hanno, infatti, riportato alla luce numerosi oggetti riferibili ai corredi funerari. Di notevole pregio i numerosi vasi d’impasto e bucchero (tutti esposti nell’Antiquarium Casale San Fulgenzio) rinvenuti nel 1975 in una tomba di loc. Cerqua Cupa e il numeroso vasellame in bucchero (due kantharoi, una grande olla due oinochoai e un olpe) pertinente al corredo funerario della più grande delle tre tombe scavate nel 2003 in loc. Crepafico.
Ocriculum, estesa su un’area di circa 36 ettari, rappresenta attualmente una delle zone archeologiche più importanti del centro Italia.
Il nome potrebbe essere collegato con la parola
greca Ocris (monte) che avrebbe influenzato il nome umbro ocar
e quello etrusco ukar. Alleata di Roma nel 308 a. C. svolse una
funzione strategica come città di confine tra l’Umbria e la Sabina e come punto
di scambio tra la viabilità fluviale e quella terrestre lungo la via Flaminia.
I rapporti commerciali con Roma erano intensi, grazie al vicino porto fluviale
sul Tevere (N. 1), detto “porto dell’Olio” di origine romana ma usato anche per
tutta l’età papale. In età imperiale ebbe vita fiorente con un’economia basata
sull’agricoltura, sul commercio e sull’industria figulina: famose le particolari
coppe a rilievo dette “coppe di Popilio” e le fabbriche di tegole e bolli. I
primi scavi regolari, condotti durante il pontificato di Pio VI portarono
l’esplorazione di molti edifici monumentali, coma la Basilica e le Terme e le
numerose opere d’arte rinvenute (mosaici, sculture, iscrizioni …) furono
trasportate ai Musei Vaticani; in particolare un mosaico policromo (rinvenuto
integro nelle Terme) e la testa colossale di Giove alta 58 cm., trasportate a
Roma per via fluviale.
Il percorso Della città di Ocriculum, visitabile con percorsi pedonali, sono
attualmente ben visibili le principali strutture della città romana: una
cisterna romana a vista su cui poggia il l’Antiquarium Casale San
Fulgenzio, l’area del Foro e della Basilica, le Piccole e
Grandi Sostruzioni, il Teatro, le Terme, un pilone
monumentale d’ingresso, un grande Ninfeo, un tratto basolato
dell’Antica Via Flaminia su cui si affacciano un monumento funerario
rotondo e una fonte pubblica, l’Anfiteatro, imponenti
monumenti funerari e, nei pressi della città romana, la Necropoli
arcaica (VII sec. a.C.) di Crepafico.
L’area archeologica di Ocriculum rappresenta certamente, per le sue dimensioni, per lo stato di conservazione e le caratteristiche dei suoi monumenti, per la ricchezza dei materiali rinvenuti durante gli scavi, uno dei centri più importanti non solo dell’Umbria ma dell’Italia.
I resti dell’antica città romana sono inseriti in un paesaggio naturale di notevole bellezza per la varietà delle culture, per l’aspetto del terreno, e per la vicinanza del Tevere formando un complesso unico dal punto di vista storico, archeologico e ambientale.
Per rendere ancora più suggestiva la visita il Comune di Otricoli ha iniziato la ricostruzione dell’antico porto fluviale (Porto dell’olio) e con gite sul battello sarà possibile risalire il fiume Tevere e percorrere nuovi itinerari pedonali all’interno dell’area archeologica.
L’Antiquarium di Casale San Fulgenzio, di recente apertura, conserva al suo interno materiali provenienti dagli scavi effettuati alle necropoli di Cerqua Cupa e Crepafico e manufatti già consevati al Museo Nazionale Romano e ora assegnati alla Soprintendenza per i beni Archeologici dell’Umbria e ora da loro qui collocati.
Il fascino e la bellezza di quest’area richiamano ogni anno turisti da tutto il
mondo, e di frequente è animata dai ragazzi delle scuole che, grazie a
particolari attività didattiche, hanno qui spesso il loro primo approccio con
l’archeologia, l’arte e le radici dei luoghi in cui vivono. Una tappa
fondamentale per chi si appresta a studiare la storia dell’archeologia in
Italia.
Immagine satellitare dell’area archeologica